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mercoledì 30 aprile 2014


COME LAVORIAMO IN CONSIGLIO COMUNALE
Comunicazione nr. 9/2014
di Daniela Montanari
                                 lista civica :  Cittadini InComune                                      
                                                                                                                          Verucchio  30.04.2014
Ieri sera, 29 aprile, si è tenuto forse l’ultimo Consiglio Comunale della lista “Verucchio Domani” .
Gli ordini del giorno hanno riguardato:
1.   l’approvazione del Rendiconto del Bilancio 2013 (in termini semplici, si va ad approvare le risultanze contabili di chiusura della gestione finanziaria relativa all’anno 2013)
2.   l’approvazione delle aliquote IMU e TASI anno 2014

Abbiamo su entrambi i punti espresso voto contrario per le motivazioni  espresse nelle nostre dichiarazione di voto qui di seguito riportate :

Dichiarazioni di Voto
1) Approvazione Rendiconto di gestione anno 2013
Lamentiamo sig. Presidente del Consiglio, per l’ennesima volta, i tempi ristrettissimi con cui ci vengono forniti gli atti, nello specifico di questo ordine del giorno che è composto da oltre sono 700  pagine, tra tabulati, delibere, relazioni ci sono volute più di due ore solo per fotocopiare tutti i files, tanto per avere un’idea del volume dei documenti che noi Consiglieri siamo tenuti ad esaminare.
A questa situazione di forte disagio si aggiunge poi il discredito personale che questa amministrazione elargisce a mezzo stampa : “non legge gli atti o se li legge non li capisce” sono frasi oltraggiose non degne del rispetto dovuto a questo Consiglio Comunale, seguono, nel solco della continuità, un’abitudine ormai consolidata di questa amministrazione poco abituata a rapportarsi con un modesto dissenso critico.
Nel merito di questo consuntivo che chiude l’anno finanziario 2013, rimarchiamo ancora una volta come  questa  amministrazione abbia continuato a mantenere un tenore di spesa, come se all’esterno del “Palazzo” la cittadinanza verucchiese, le famiglie, le attività produttive non stessero subendo una delle crisi economiche più gravi dal dopoguerra, si sono mantenuti, anzi in alcuni casi implementati vergognosamente alcuni capitoli di spesa, un’azione amministrativa anacronistica e intollerabile : assessorato allo Sport   è passato dai 105.000 euro a disposizione nel 2012 ai 113.000 nel 2013 (+ 36.000) – Amministrazione generale che è passata dai 2.043.000 del 2012 ai 2.627.000 nel 2013 (+ 584.000 euro)
Quindi in generale nessuna  ottimizzazione della spesa,  gli assessori hanno continuato a gestire più o meno gli stessi budget, nulla è cambiato per Voi, mentre fuori il paese arranca disperato. Nessun appoggio alle attività produttive, rilegate a fanalino di coda nella scala degli impegni di stanziamento, anzi ridotte le disponibilità che nel 2012 erano ca. 70.000 euro nel 2013 scendono a 38.600, importo in gran parte riferito allo stipendio del personale addetto allo sportello delle attività produttive, senza tralasciare poi l’ingrata sorpresa delle aliquote Imu sulle attività produttive sparate al massimo consentito.
Avreste avuto molte occasioni durante l’anno 2013 di dirottare alcune entrate o economie di spesa sul sociale ma nonostante le promesse fatte qui in Consiglio Comunale poi i numeri purtroppo hanno dimostrato il contrario, abbiamo visto transitare solo piccoli importi, briciole rispetto alla crisi che c’è fuori . 10.000 euro sgravi tassa rifiuti attività produttive – 10.000 euro sussidi mense scolastiche.
·      Avevate a disposizione ca. 95.000 euro nella prima variazione del 30 settembre, l’avete tutta destinata ad implementare il budget dei vari assessori; straordinario è stato inoltre verificare che l’unico assessorato che non abbia preteso nulla di questa disponibilità finanziaria, sia stato paradossalmente proprio quello dei servizi sociali.
·      Altri. 60.000 euro ca., li avete avuti nella seconda variazione del 5 novembre, parzialmente spesi per incarichi professionali, forse dovuti ai  25.000 euro che è costato il progetto di riqualificazione di p.le Risorgimento che insieme al concorso di idee che ha visto lo Studio tecnico vincitore, percepire ca. 44.000 euro di premio, fa si che su questo piazzale ancora prima di partire con i lavori si sono già spesi ca. 70.000 euro.
·      Altri 346.000 euro ca. li avete gestiti nell’assestamento del 29 novembre, questa è stata l’occasione paradossale per cui l’assessorato ai servizi sociali ha rinunciato ad alcune sue entrate : 17.600 euro destinati alla non autosufficienza.
Per le motivazioni sopra esposte e per le mie precedenti  dichiarazioni di voto del 30.09 - 05.11 e 29.11.2013 che allego,  esprimo il mio voto contrario.
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2) approvazione aliquote IMU e TASI anno 2014
Comprendiamo la necessità di non arrecare disagi ai cittadini per cui si rende necessaria questa stringente approvazione delle aliquote IMU TASI, soprattutto in riferimento alla TASI che scade il 16 giugno, comprendiamo anche il quadro di incertezza generale che regna a livello nazionale; dovete però comprendere anche come sia per noi impossibile esprimere qualsiasi valutazione  nel merito di queste aliquote, voi conoscete le bozze del Bilancio di Previsione, tanto da uscire sui giornali dicendo che c’è un buco di 400.000 euro, noi al riguardo non sappiano niente, non abbiamo visto ne gli schemi, ne i tabulati è come chiederci con questa’approvazione di firmare un assegno in bianco, comprendete come sia per noi impossibile farlo.
Notiamo che le aliquote sono comunque tutte portate al massimo, come nell’anno precedente, ancora una volta non si evidenzia nessun sostegno alle imprese, falciate dalla crisi, nessun sostegno alle famiglie, nessuno sgravio per immobili concessi in uso gratuito ai figli, nessun sostegno per gli immobili locati a canone concordato.
Per queste ragioni e altre che ci impegneremo a dettagliare successivamente,  visto il brevissimo tempo messoci a disposizione, esprimo il mio voto contrario.

sabato 12 aprile 2014


Da Renzo Valloni  alle Associazioni del Coordinamento Marecchia-Uso

Veniamo all'attualità. In Valmarecchia sta girando una petizione che allego. Su tale petizione Legambiente ha preso posizione come da carta stampata di alcuni giorni or sono.
Oggi sono qui a proporre un testo esteso di analisi e commento della materia che sicuramente è paradigmatica di come si governa oggi il territorio e che credo sia nostro compito contrastare.

La “manutenzione” del Marecchia

Le Associazioni culturali e ambientaliste del territorio del Marecchia prendono spunto da un recente intervento dei circoli di Legambiente di Novafeltria e Santarcangelo su una raccolta di firme in corso in Valmarecchia “per una efficace Manutenzione del fiume Marecchia”.
Oltre a recepire letteralmente l’intervento, totalmente condivisibile, di Legambiente si ritiene qui opportuno approfondire la questione in quanto paradigmatica della capitolazione della buona politica e dell’ormai diffuso esercizio di pratiche populiste.
Auspichiamo che il/i Comuni della valle che, senza peraltro apparire, hanno partorito la petizione sentano il dovere di assumerne la paternità e rispondere agli argomenti presentati di seguito.


L’antefatto è la circolazione fra i Cittadini dell’Alta Valmarecchia di una petizione per la raccolta di firme, sotto il titolo Per il nostro Fiume Marecchia. Si sollecita la firma dei Cittadini per chiedere che si intervenga al più presto per una efficace manutenzione del Fiume Marecchia e dei suoi affluenti.
Colpisce che nel testo non siano chiari né chi scrive la petizione e propone la raccolta firme né il destinatario della raccolta stessa.

Solo interpretando il testo e i precedenti in materia si può ragionevolmente ipotizzare che la raccolta sia fatta su base comunale su proposta di uno o più Comuni. Infatti, il testo è un semplice estratto di un più ampio documento di quattro pagine del marzo 2012 diffuso dai “sette Comuni” e dalla Comunità Montana Alta Valmarecchia. A Novafeltria la petizione viene presentata come “proposta dai nostri Amministratori” mentre da La Voce del 7 marzo 2014 si apprende che anche presso l’Ufficio Anagrafe del Comune di Verucchio si firma per “il nostro fiume Marecchia”. Il giornale chiarisce anche che il testo proviene dall’Amministrazione di Pennabilli e che la petizione “verrà inoltrata al Presidente della Regione Emilia Romagna Vasco Errani”.

Nel merito, la petizione:
- parte con affermazioni del tipo “negli ultimi decenni il Fiume è stato irrazionalmente lasciato a se stesso e si trova in stato di abbandono” e “il rischio idrogeologico e idraulico sono ogni anno più incombenti” con riferimenti alle tragedie e ai “morti degli anni scorsi”;
- prosegue affermando che “è ormai indifferibile che le pubbliche amministrazioni, (Comuni, Provincia, Regione e Autorità di Bacino) affrontino seriamente il problema” rappresentato dai sedimenti in eccesso che si accumulano nel centro dell’alveo  che propongono “gravi scenari di Rischio per la pubblica e privata incolumità connessi all’aumento delle aree esondabili”;
- conclude proponendo quello che “anche gli amministratori locali hanno previsto” e precisamente che in carenza di finanziamenti pubblici si possano “finanziare i lavori di manutenzione del fiume con la cosiddetta compensazione”.
Il termine compensazione usato in questo contesto appare piuttosto ermetico e il testo della petizione lascia nell’incertezza chi non parla il politichese. Solo tentativamente si può ipotizzare che significhi: l’Ente pubblico appalta dei lavori pubblici pagandoli con la ghiaia ceduta a privati non meglio precisati.

Questo documento, emblematico di una rappresentazione quantomeno deformata dei Processi Partecipati, spinge a formulare almeno quattro tipi di osservazioni.

La prima osservazione è di tipo istituzionale. Data per scontata la buona fede dei Comuni risulta evidente che gli amministratori sottopongono alla firma degli amministrati uno scritto distorsivo dei distinti ruoli e responsabilità. Sarebbe come dire che davanti alle situazioni di rischio conclamate e scritte sulla petizione i cittadini per esercitare il loro diritto di vivere in sicurezza devono partecipare a delle raccolte di firme.
Ma l’autorità locale che per legge deve sorvegliare sulla pubblica incolumità sono i Sindaci. I Sindaci sanno a quali istanze superiori (Prefetto, Servizi Tecnici di Bacino alias Regione ecc.) devono inviare le loro istanze che immancabilmente avranno delle risposte con conseguente presa di responsabilità. Non sta in piedi che per l’esercizio delle proprie responsabilità gli amministratori si rivolgano ai cittadini per firmare una petizione. Ma non sarà forse che si vuol sollevare del polverone per cui alla fine nessuno sarà responsabile di quel che potrà succedere?
E’ anche fastidioso che chi ricopre un ruolo istituzionale tratti la materia lagnandosi di inadempienze vecchie e nuove come se no esistessero tanti uffici preposti, ciascuno con diversificato personale specialistico, uffici che i Comuni devono essere in grado di mettere all’opera nell’interesse dei propri cittadini.

La seconda osservazione riguarda i contenuti. E’ macroscopica la sproporzione fra il quadro dei problemi delineato nella petizione e la richiesta-proposta formulata nella stessa. La medicina prescritta per curare lo “stato di abbandono” del fiume assomiglia tanto a una cura-fai-da-te, la soluzione pensata per contrastare il livello del dissesto idrogeologico in atto appare un palliativo grottesco.
Colpisce molto lo strabismo del Comune di Verucchio che si impegna nella raccolta firme perché qualcuno intervenga sui sovralluvionamenti dell’alveo mentre il canyon che devasta il Marecchia sul suo territorio ha pericolosamente arretrato la testata verso la strettoia di Ponte Verucchio.
Per effettivamente curare il Marecchia malato occorre anche mettere fra le priorità interventi per l’inversione della tendenza erosiva in atto nel canyon che oltretutto rappresenta un rischio idrogeologico per la conoide. Su questo tema molti cittadini avrebbero sicuramente piacere essere coinvolti e documentati da parte dei comuni e del Servizio Tecnico di Bacino su quando e come si pensa di intervenire.

La terza osservazione è in materia di coerenza.  Se si accetta il principio che alla base di ogni iniziativa per il contrasto del degrado del Marecchia debba inevitabilmente esserci l’inserimento di un vincolo ambientale sul fiume, occorre dire che i ripetuti tentativi di istituire una minima forma di protezione dell’asta del fiume sono stati snobbati se non osteggiati dalla Provincia di Rimini che si è sempre nascosta dietro una presunta indisponibilità dei Sindaci. Nell’ultimo decennio in occasione della consultazione per la revisione del sistema delle Aree Protette fatta dalla Regione Emilia Romagna per ben due volte le Associazioni culturali e ambientaliste del territorio, rappresentative di tanta parte della società civile, hanno proposto di inserire fra le Aree Protette regionali l’alveo del Marecchia e le sue fasce spondali di ricarica della falda ma nessuna Amministrazione ha sostenuto tali richieste. La seconda bocciatura si è verificata a inizio 2013 ed ha riguardato la proposta di istituire un corridoio ecologico (in gergo una ZPS) che comprendesse l’alveo e le strette fasce riparie del fondovalle. Si tratta chiaramente di una avversione preconcetta da parte dei decisori dal momento che tale corridoio avrebbe sostanzialmente riguardato aree già sottoposte a limitazioni d’uso sul Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP).

La quarta osservazione riguarda il coinvolgimento vero dei Cittadini. Si tratta della necessità indifferibile che la Pubblica Amministrazione attivi un reale dialogo con la cittadinanza sulla formazione dei Piani territoriali. Ad oggi, gli obblighi previsti dalle ormai copiose direttive europee e norme regionali sui Processi Partecipativi sono sostanzialmente regolarmente disattesi. Limitatamente alla pianificazione recente dello spazio fluviale, tanto per rimanere in tema, è sotto gli occhi di tutti che i cittadini:
- non sono stati coinvolti sulle scelte fatte nella stesura  del PTCP dell’alta Valmarecchia quale estensione del Piano pre-unificazione e non appare troppo chiedersi come mai in tale occasione i Comuni non abbiano formalizzato norme appropriate per affrontare i problemi sbandierati nella petizione;
- non conoscono se l’Autorità di Bacino ha realizzato il dovuto Piano di Gestione dei Sedimenti, un Piano sotteso a quello di Bacino, volto a indicare le soluzioni concrete ai problemi citati nella petizione;
- non sono informati sul Piano Acque e sul Piano Alluvioni che per legge deve aver predisposto l’Autorità di Bacino nel 2013 e su come questi Piani tocchino la materia della petizione.